Successo del concerto dell’Orchestra d’archi
L’Avvenire d’Italia, 28 maggio 1963
[sul Concerto dell’Orchestra d’archi ravennate, Ravenna, 26 maggio 1963]
Festa, domenica sera, alla Sala Dantesca della Classense. Festa come ogni volta che i ravennati, ritrovate le loro forze e i loro più elevati spiriti, si muovono a belle imprese e degne di una tradizione nobilissima, che proprio qui, alla Classense, ha avuto sempre il suo tempio e i suoi ministri.
È stata una preziosa iniziativa, quella della “Dante” di Ravenna, di affidare questa manifestazione musicale a una orchestra ravennate; un gesto di fiducia e di incoraggiamento che vorremmo fosse raccolto e non rimanesse isolato. Si dice: nemo propheta in patria; la “Dante” ha voluto sfatare questo mito deteriore. Dobbiamo essergliene grati. E grati al maestro Nino Maioli, che ha saputo raccogliere attorno a sé un’orchestra ben articolata, infonderle vita e calore, guidarla in felici esecuzioni che ne hanno rivelato la validità e le possibilità.
Ancora una volta (e, purtroppo, le occasioni sono state assai rare!) il maestro Maioli ha dato prova del rigore della sua preparazione, di una sensibilità artistica elevatissima, che non fa concessioni a improvvisazioni e facilonerie, e si impegna a un magistrale approfondimento che si traduce in interpretazioni finissime e sapientissime.
Il programma – un programma ben equilibrato e di gusto – comprendente opere di Scarlatti, Händel, Mozart, Ricci-Signorini e Čajkovskij, ha trovato negli orchestrali ravennati (in gran parte usciti dal nostro Istituto “Verdi”) esecutori appassionati e fedeli che hanno raccolto, insieme al maestro Maioli, il più cordiale e ammirato consenso del pubblico.
Ed è cosa grata poter registrare qui il voto da molti ripetuto – e già altra volta su queste colonne manifestato – che l’iniziativa di un’orchestra d’archi ravennate non debba cadere e trovi concreto appoggio negli Enti locali e nella cittadinanza. La presenza a Ravenna del maestro Maioli, di valenti insegnanti del “Verdi” e di non pochi strumentisti costituisce una premessa suscettibile dei più felici sviluppi.
Felice battesimo dell’Orchestra d’archi
C.S., Il Resto del Carlino, 29 maggio 1963
[sul Concerto dell’Orchestra d’archi ravennate, Ravenna, 26 maggio 1963]
Da diversi anni a Ravenna si cercava di formare un’orchestra in grado di presentare al pubblico i capolavori della letteratura musicale di tutti i tempi, ma, a causa delle immancabili difficoltà finanziarie, tutti i lodevoli tentativi non erano riusciti a giungere in porto. Qualche formazione di ripiego per i saggi annuali degli studenti del “Verdi” era stato l’unico risultato positivo di anni di fatiche. Ora, grazie all’impegno finanziario della “Dante Alighieri”, un’orchestra è stata finalmente formata e, quel che più conta, si spera di poterla tenere in vita allo scopo di organizzare impegnativi concerti.
La formazione d’archi, diretta dal maestro Nino Maioli, ha debuttato l’altra sera alla Sala Dantesca della Biblioteca Classense innanzi ad un pubblico numeroso. Gli applausi sono stati calorosi sia al termine di ogni brano che a conclusione del concerto. Il maestro Maioli ed i professori d’orchestra (alcuni dei quali valenti insegnanti al “Verdi”) sono stati festeggiati dal pubblico, che ha gradito particolarmente l’iniziativa.
L’orchestra (sei violini primi, sei secondi, quattro viole, quattro celli e due bassi) ha dimostrato di avere già una buona fusione ed una sonorità abbastanza equilibrata. Dire che tutto va già perfettamente bene è senza dubbio avventato: tuttavia c’è già molto di buono e, potendo proseguire con costanza ed impegno, si riuscirebbe certamente a formare un’orchestra di qualità. Gli elementi non mancano, la passione c’è: tutto dunque sembra far bene sperare per il futuro.
Il maestro Maioli, già animatore negli anni della guerra di formazioni orchestrali di primo piano, potrebbe dare unità al gruppo e guidarlo in un repertorio ancora più impegnativo di quello studiato per la serata del debutto. Prima però di affrontare nuove prove sarebbe necessario – come del resto sostiene il direttore d’orchestra – rafforzare numericamente i primi ed i secondi violini in modo di avere un migliore equilibrio fra l’intensità di suono delle diverse sezioni. Con piccoli accorgimenti tecnici e con la passione dei componenti si potrà certamente formare un’orchestra di sicuro rendimento, come poche nella nostra regione.
Per quanto riguarda il debutto alla Dantesca, è doveroso mettere in evidenza che l’orchestra ha soddisfatto. Sotto l’attenta direzione del maestro Maioli, i componenti la formazione d’archi hanno interpretato con proprietà e senso della misura i brani in programma ...